EMILIA PEREZ: CONSIDERAZIONI SUL CAPOLAVORO DI AUDIARD

★★★★★★★★★★ (10/10)

Emilia Perez è un film entusiasmante, che non lascia un attimo di respiro: una creazione originale, profonda e affascinante.

La domanda che sorge spontanea è: come fanno a stare insieme in maniera armoniosa i temi dell’inclusione, della discriminazione, di essere umani che scompaiono in Messico, dell’amore in ogni sua forma? E soprattutto, come fanno a stare insieme in un musical corale e appassionante? La risposta a questa domanda è che tutto questo può stare insieme in maniera perfetta nel film Emilia Perez.

Questo film ha tutto, pur se i suoi temi sembrano, a volte, così lontani gli uni dagli altri, almeno cinematograficamente.

“È mio marito! È mio marito!”, urla una fantastica e ispirata Selena Gomez in un momento del film. L’urlo dell’amore che va oltre gli accadimenti della vita, oltre le sofferenze, le trasformazioni e le sconfitte che la vita ci offre. Un urlo che ci penetra dentro, nel profondo del cuore, e ci fa capire quale società, quali famiglie, e quali ambienti di lavoro vorremmo vedere nel mondo di oggi: ambienti di accettazione, di rispetto della diversità, di accoglienza, di perdono, di comprensione dell’altro, di empatia.

Sappiamo che questo è solo un film, ma un film può insegnare tantissimo. I temi della paternità, dell’essere figli, di una società che ci costringe a indossare quelle maschere di cui da secoli si parla in letteratura, lo straziante tema dei desaparecidos in Messico e in altre parti del mondo (esseri umani la cui storia non ha risposte per i loro cari), sono solo alcuni dei temi che Emilia Perez affronta in maniera magistrale.

La presenza di parti di musical nel film non fa che accrescere l’unicità dell’opera, che senza paura e senza mezzi termini crea una tipologia di cinema estremamente nuova. Le interpretazioni delle attrici sono magistrali, una migliore dell’altra, e anche se non uguali nei minuti presenti nel film, sono ugualmente forti e di altissimo livello. La fotografia, la strutturazione, il contesto, l’alternanza di attimi più lenti e momenti in cui si scorre a una velocità pazzesca, sono tutti sapientemente orchestrati da questo regista che ci ha sorpreso come non mai.

L’augurio che questo film possa ricevere quanti più premi possibili è un amore sincero che ci viene dal cuore. Consigliamo a tutti di andare a vederlo, preferibilmente in una sala silenziosa, senza tanti pop-corn che ci rullano intorno alla testa, perché la magia di questo film è viverlo in ogni dettaglio, in ogni parola detta o sussurrata, in ogni sguardo che i protagonisti ci hanno saputo dare.

Zoe Saldana, Karla Sofia Gascón e Selena Gomez formano una triade bilanciata e straordinariamente efficace, che ci porta in un mondo da cui, ai titoli di coda, non vorremmo più uscire. Con l’augurio che tanti film moderni possano trarre ispirazione, anche nelle scuole di cinema e nei corsi insegnati nelle accademie, da questo capolavoro del regista Audiard, concludiamo il pezzo.

Che una parte di Rita, Emilia e Jessi (i loro nomi nel film) sia sempre con tutti noi.

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First photo: Courtesy of Canal22, CC BY 3.0

Movie Poster: Courtesy of IMP Awards

Raimondo Rossi
Raimondo Rossi, also known as Ray Morrison, is an Italian photographer and fashion editor. This website is maintained by his management. His work, both as a photographer and as an ambassador of Italian style in the world, has been published in numerous countries. His interviews are easily found on Google, as are his mentions. His works appear in magazines such as Modern Photography, Vogue, Rolling Stone Black Camera. Journalists from nations even as far apart as China, Colombia, and the Philippines, as well as the United States and Europe, have met with the artist to talk about his artistic research.

http://www.raimondorossi.org
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